Mehr Licht (più luce)

9 commenti:

EgoNemoSum ha detto...

Per riassumere quanto concerne l'incontro del 18.
L'oggetto era:
"10 incontri con i committenti di progetto su quale ritengano essere, in prospettiva, la nuova domanda di progetto di design e di comunicazione"
Le perplessità sono sorte quando, durante l'incontro, sono state espresse le seguenti considerazioni:
-L'azienda non utilizza designer.
-I progetti in cui è maggiormente impegnata, sono progetti di installazione, che richiedono prevalentemente conoscenze tecniche.
Per quanto ci riguarda invece, il sig. Targetti lamentava una arretratezza della sua azienda sul fronte della comunicazione.
In effetti, nonostante gli evidenti investimenti nei cataloghi presentati e nelle altre attività di comunicazione, (es: premio per giovani artisti) e nei nomi dei prodotti, era evidente la mancanza di una "seria" strategia di comunicazione.
Hanno sorpreso infine l'infelice osservazione "adesso passiamo alle cose serie" e l'affermazione che i designer oggi, devono trasformarsi in committenti di progetto.
Tralasciando per il momento gli aspetti che riguardano il design di prodotto e i rapporti molto stretti che in realtà esistono con la comunicazione, ho condiviso lo stupore e le ragioni espresse da Lucia e da Ivan.
Li ho invitati però a considerare il fatto che, dipanare questa confusione su cosa sia la comunicazione e quale sia la sua ragione d'essere, non fosse compito dell'imprenditore, ma nostro.
Infatti, il sig. Targetti, eprimendosi in più punti, con frasi tipo:
-Disegnare la luce
-Venire alla luce...
e con nomi per i prodotti tipo:
-structura
-scintilla...
manifestava (incosciamente?) una sorta di necessità/urgenza di comunicazione, caratterizzata da una strategia originale e contenuti specifici alla propria azienda. Evidentemente, dati i risultati, le persone che hanno lavorato per lui non hanno saputo coglierlo e
il risultato di quella incompetenza è quell'assurdo catalogo di poesie...

Ivan Valcerca ha detto...

questa immagine mi fa pensare a una frase di Warhol:
"penso sempre a cosa deve voler dire portare gli occhiali.
chissa' come stava la gente prima che inventassero gli occhiali?
ognuno vedeva in modo diverso, a seconda delle condizioni dei propri occhi.
ora gli occhiali hanno standardizzato le visioni di tutti.
ognuno di noi potrebbe vedere a didersi livelli se non ci fossero gli occhiali"

EgoNemoSum ha detto...

Andy warhol sapeva di essere uno specchio e che ognuno vede ciò che sà.

Ivan Valcerca ha detto...

"cosi' come i designer presentano prodotti..gli artisti presentano i prodotti dei designer"

Lucia Lamacchia ha detto...

reparto citazioni?

Ivan Valcerca ha detto...

citare..il nostro io ancora non ha la voce per poter affermare, l'esperienza le conferme, le rinunce, le cose non realizzate..danno alito alle esperienze..allora si che potremmo citare le nostre teorizzazioni..per ora osservo con gli occhi di un neonato..e penso con l'esperienza di uno studioso..ed esploro con le gambe di un viaggiatore anonimo

Lucia Lamacchia ha detto...

io affermo, ma mi metto ance in discussione.
Stai mitizzando? Sono discutibili tutti gli aforismi, sono frasi come altre che ti aiutano a parlare sprecando meno fiato.
il neonato è morto accettalo sei grande

:)

Anonimo ha detto...

ragazzi siete bellissimi voglio altre frasi ad effetto e spettacolari battibecchi....io farò il giudice ovviamente ed in più essendo quella con gli occhiali qui affermo di sentirmi un pò così incastrata in una visuale indotta che non è la mia reale, ma che se non fosse così non potrei vedere proprio niente ...usiamo gli strumenti che abbiamo per che siano di nostro vantaggio...io rimarrò sempre con il mio unico punto di vista ossia l'assenza della vista....forse guardo più lontano,,,,hihi
ciu

EgoNemoSum ha detto...

OCCHIO al palo.