GodDot (dio pixel)


Crypto Art.
Block Chain & No Fucking Token:
tra Finanziarizzazione Forzata dell'Opera d'Arte Digitale e la Protezione dalla Stupidità.

Quando dai primi anni 2000 cominciai a realizzare le mie opere digitali "GodDot" (dio pixel) erano di là da venire Blockchain, Bitcoin e NFT.
Il progetto aveva intenti precisi: stabilire delle basi razionali e precise di un linguaggio semplice e sintetico, che permettesse di raffigurare un uomo, un angelo, un cane... e di raccontare, il più oggettivamente possibile, una storia, un contenuto rilevante o una condizione sociale, utilizzando un numero essenziale e indispensabile di pixel bianchi e neri.
Il prodotto finale era ed é essenzialmente una .gif digitale di poche decine di K (in media 800x600px), con la caratteristica di poter essere stampata in qualsiasi dimensione o supporto. L'aspetto, lo "stile" che a molti ricorda la grafica dei primi giochi digitali, scaturisce dalle premesse, e non è ne voluta ne determinata, anche se poi, nelle mie intenzioni, le .gif digitali erano destinate ad essere tradotte in mosaici di vetro veneziano.

Ora, 20 anni dopo quei lavori e 40 anni dallo sviluppo delle Blockchain (inventate da uno sviluppatore anonimo negli anni '80 al fine di creare e supportare Bitcoin e Cripto Moneta) quella prassi viene collegata agli NFT, e ciò ha determinato un automatico spostamento sia di destinazione che commerciale dell'Opera d'Arte digitale in generale.
Le Opere Digitali esistono da decenni e i Crypto Artisti attualmente sono milioni, forse più, credo sia impossibile da determinare.
Ed anche se, forse, l'intento iniziale di questi artisti era quello di scavalcare il mercato istituzionale dell'arte e delle gallerie, quello che sta succedendo, come per altre forme d'arte di questo secolo, graffitisti compresi, è esattamente il contrario.

Il mondo degli NFT, collegati alle Blockchain e alle Cripto valute, in seguito alle notizie, create e divulgate "ad arte" delle vendite milionarie realizzate dalle case d'asta, ha ovviamente richiamato su di sé l'attenzione internazionale.
Questo processo, attraverso una campagna di comunicazione condotta dai grandi player internazionali del mondo dell'arte, ha scatenato una "corsa all'oro" Virtuale milionaria.

I possessori di ingenti patrimoni e investimenti in Cripto Valuta, stanno inducendo tutti (artisti compresi) a comprare e investire in Bitcoin e Cripto Monete.
Il meccanismo è molto semplice: per vendere o comprare NFT, bisogna creare un "portafoglio" (pagando in dollari o altra moneta garantita dagli stati, Cina compresa, che ne ha messa in circolazione una sua, probabilmente col fine di rastrellare valute "reali" sul mercato) che permette di avere i fondi necessari per pagare i Token e il "gas" per realizzare le transazioni, che in termini di consumo di energia elettrica e per motivi tecnici sul funzionamento delle Blockchain é molto costoso.
Alla fine, vedremo perché, le transazioni spesso "costano" sia in termini di token che in termini di energia, di "gas" contenuto nel portafoglio, anche molto di più dell'opera stessa, della vendita e della transazione, e si rischia facilmente di pagare la vendita, paradossalmente, di pagare per pagare.

Il "peccato originale" viene da lontano. Da quando il danaro si è alienato dal suo corrispettivo in oro ed é diventato un numero (pura speculazione finanziaria), si è anche assottigliata la differenza tra Cripto Monete e Fiat (quelle che ancora chiamiamo monete).
Lo stesso processo é avvenuto nell'Immaginare. L'immagine, prima si è resa indipendente dal suo supporto fisico, e l'attuale trasformazione riguarda la sua vendita, la sua commercializzazione, la sua Proprietà.
Questo perché dalla classica e dualistica contrapposizione tra Reale e Virtuale, in seguito alla digitalizzazione forzata che stiamo vivendo in questo periodo post-Covid si é trasferita in una nuova forma che potremmo identificare nei concetti di Realtà e Valore.
In definitiva la proprietà privata sta diventando pura informazione legata e regolata sull'intangibile, e non é più l'oggetto (artistico o metallico che sia) ma "l'informazione certificata".

Anche se questi processi erano già in atto da tempo, ora non si tratta solo di realizzare o di possedere un file digitale o, nel consueto sistema borsistico e finanziario, di un "Certificato Fruttifero", un "Future", tipo Banane o Tulipani, fondati sulla legge di mercato, sulla richiesta/offerta, e tantomeno sul "Rare".
Si tratta di una vera e propria speculazione lanciata e attuata dai Player internazionali, dai "Giocatori" e dai grandi investitori e proprietari di patrimoni, prodotti e investiti in BitCoin.

Ora, come tutti ben sanno, l'estrema volatilità di questo tipo di investimenti, il rischio, specie per i piccoli, (non parliamo degli artisti), é che si risolva tutto in una bolla finanziaria, creata e gestita dai suddetti Giocatori, e che avrà ripercussioni o porterà alla rovina il famoso "Parco Buoi" quali sono, e sono milioni.

Niente esiste più, se non la pura finanza e la comunicazione ad essa collegata, questo tipo di Campagne di Comunicazione di massa, queste operazioni "Gratta e Vinci" scollegate da qualsiasi relazione con un prodotto o valore reale, si risolvono solo nella Pura e Semplice Legge di Mercato (pilotata), della domanda e dell'offerta, ma "Virtuale".

Anche se, come accennavo, la moderna "Promessa" é "l'Eterna Tutela del Diritto d'Autore" (e dei profitti ad essa collegati) e l'Universale trasparenza e condivisione delle transazioni (garantite dalla rete e dai certificati, sia criptografici che digitali), la Cripto Sicurezza, in realtà non garantisce molto.
Non solo perché domani non si sa mai: i sistemi e le future capacità di calcolo dei pc si moltiplicano rapidamente.
Ma soprattutto la vecchia e spietata legge del mercato, della domanda e dell'offerta, come per la bolla dei tulipani, che pur si basava sulla moda del possesso dei bulbi reali, sappiamo bene come finì.
Si tratta sempre e comunque di una moda, l'ultima moda, di cui ha bisogno questo sistema dell'arte basato sulla società della comunicazione di massa. Passati sei mesi, passata la stagione, e caduto l'interesse, o rivolta a qualcosa d'altro l'attenzione, il rischio é che tutto si risolva in un buco nell'acqua, in una gigantesca bolla di sapone.

Adoro il vuoto, ma se lo produco, se ci metto il mio tempo e il mio impegno, vorrei guadagnarci o quantomeno viverci, non perderci.
Comprate gente, comprate! Non per dieci, non per cento, non per mille e nemmeno per diecimila.
Per le Cripto Valute e gli NFT esiste una sola vera legge, il prezzo, e in questo caso, a detta di molti, corrisponde alla condizione del giocatore, dello scommettitore, ed è:

IL MASSIMO CHE SIETE DISPOSTI A PERDERE.

Per rendere l'idea citando alcuni:
- Giulio Tremonti ha definito come segue il caso delle cripto valute: “Hanno quotato il nulla certificato dal nulla”.
- Gli NFT, la CryptoArte, ricordano i missili di Elon Musk: non ve ne è uno che non esploda a terra, in volo o tracci una breve parabola prima di schiantarsi.
- Oggi i NFT si adattano bene alla leggendaria definizione che Sir Winston Churchill diede dell’Unione Sovietica: “Un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma”.

Purtroppo, questa Finanziarizzazione Forzata dell'Opera d'Arte Digitale (e di tutti gli altri improbabili, se non infimi prodotti registrati come NFT) ha poco o nulla a che vedere con l'Arte. Molti storici e critici, la considerano "SOLO" un nuovo Medium, "SOLO" un nuovo modo di produrre Arte, nel senso utilizzato da W. Benjamin.
Ma in realtà l'Opera qui non c'entra nulla, non serve.
Le banane alle fiere, la distruzione programmata di opere (che ovviamente prima vengono prima digitalizzate, al fine di creare artificialmente il "Rare") che apparentemente criticano il sistema, in realtà lo avvallano, di più, lo promuovono e non c'entrano nulla con l'Arte.
Infatti, a rigor di logica non servirebbero neanche, e nei fatti, non vengono nemmeno prodotte ne vendute (qualcuno ha messo in vendita un pixel trasparente) vengono venduti "solo" dei "certificati" che servono a creare, sostenere e pompare danaro virtuale nelle tasche dei giocatori internazionali e del vecchio sistema che sta cercando un modo per "rinnovarsi", pura Finanza.

Infine, non dimentichiamo che il mercato delle cripto valute (e non é il mio un argomento "moralistico" ma una realtà risaputa), é in larga scala utilizzato per il riciclo o comunque la circolazione di danaro di cui non si conosce o si vuole nascondere l'esistenza o la provenienza. Ma con le cripto valute, per ora, compri poco o nulla di "reale", l'unica alternativa di trasformare quel "valore virtuale" in reale, é venderlo alla quotazione di quel preciso momento e depositare le eventuali plusvalenze su un conto alle Cayman.

L'ultimo aspetto che voglio evidenziare è che per la creazione, lo scambio e l'acquisto di beni virtuali in Crypto valute, per l'intrinseco funzionamento del sistema stesso (le Blockchain), attualmente necessitano di grandi quantità di energia, che a conti fatti è enormemente diseconomica, non solo perché quell'energia deve in qualche modo essere prodotta, ma anche perché, come ho detto precedentemente, le transazioni, rischiano di costare sempre più di quanto realizzato.

Per quanto mi riguarda, le opere digitali che ho realizzato dal 2005 ad oggi, hanno la caratteristica di mutare in continuazione, nella forma finale, nella lettura e nella loro percezione, al di là della tecnica (software) utilizzata, rimangono, per il loro contenuto, sempre attuali e potrebbero anche non essere firmati, sono comunque unici, ma contemporaneamente sono ovunque, sono liberi e non avrebbe senso rifarli, perché in esse il presupposto é che non c'è distinzione tra vero e falso, tra Reale e Virtuale. A tutt'oggi, per me, sia per la forma che per il contenuto, funzionano come un vaccino non registrato contro il virus della stupidità.

Souvenir.




Memorie di un Tempo Vuoto.
Una "Vacanza" in cui,
non c'è nulla da fare,
se non essere in quel luogo.